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La sicurezza idrica come questione geopolitica: il caso dell’Asia Centrale

DI LARA SCHIRRU

15/10/2025

Negli ultimi decenni, la sicurezza idrica è emersa come una delle principali sfide della politica internazionale. L’acqua, da essenziale risorsa naturale, è divenuta un elemento strategico di potere, con potenziali implicazioni per la stabilità regionale. Recentemente, fattori come il cambiamento climatico, la crescita demografica e l’aumento della domanda agricola, hanno reso l’accesso alle risorse idriche un tema cruciale nella relazione tra Stati. Il report dell’ONU sullo Sviluppo delle Risorse Idriche, evidenzia il rapporto tra la disponibilità d’acqua, la prosperità e la pace. Nello specifico, le risorse idriche non sono solitamente causa di conflitti, ma vengono usate come strumento di tortura per i civili, oppure come obiettivo di attacco (UNESCO, 2024).

La gestione delle risorse idriche rappresenta oggi una delle principali leve del potere statale e della competizione economica. L’acqua è indispensabile per la produzione alimentare e per la generazione di energia idroelettrica, e la sua distribuzione diseguale produce inevitabilmente asimmetrie di potere. Gli Stati situati a monte dei grandi bacini fluviali godono di un vantaggio strutturale, potendo regolare i flussi verso valle. Tale posizione conferisce loro capacità coercitive indirette, utilizzabili come strumento di pressione politica e negoziale. La gestione della disponibilità idrica diventa una forma di “hydropolitics”, dove le relazioni di potere si esercitano attraverso infrastrutture idrauliche, come dighe e canali, più che attraverso mezzi militari diretti (Geneva Water Hub, 2021). Numerosi studiosi sostengono che la competizione per ottenere risorse idriche potrebbe trasformarsi in conflitti aperti nei prossimi decenni.


L’Asia Centrale, una vasta regione che comprende Kazakhistan, Kyrgyzstan, Tajikistan, Turkmenistan e Uzbekistan, rappresenta uno dei contesti più emblematici di questa dinamica. Dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica nel 1991, i nuovi Stati indipendenti si sono trovati a gestire un sistema idrico complesso e interdipendente, privo però di un’autorità regionale capace di garantirne la cooperazione. I due principali bacini, L’Amu Darya e il Syr Darya, hanno origini nei ghiacciai del Pamir e del Tien Shan, situati nel territorio del Kyrgyzstan e Tajikistan, e attraversano Uzbekistan, Turkmenistan e Kazakhstan prima di confluire nell’ex lago d’Aral. Durante il periodo Sovietico, la gestione delle acque seguiva un modello di scambio stagionale: i paesi a monte fornivano acqua in estate per sostenere l’irrigazione, ricevendo in cambio combustibili in inverno. Allo stesso tempo però, la gestione delle risorse idriche durante il periodo Sovietico ha causato il prosciugamento dei due fiumi principali nei loro tratti finali, facendo scomparire il lago d’Aral. Ciò è accaduto a causa della costruzione di canali per l’irrigazione di campi di cotone che raggiungevano località a decine di chilometri di distanza. Dopo il 1991, tale sistema di compensazione è crollato, e ciascun paese ha perseguito politiche idriche nazionali spesso in conflitto tra loro. L’acqua però è essenziale per irrigare le coltivazioni, che sono il pilastro economico dell’economia dei 5 paesi.


Il cambiamento climatico agisce come moltiplicatore di insicurezza idrica. L’aumento delle temperature, la diminuzione delle nevicate e la desertificazione progressiva riducono la prevedibilità dei flussi fluviali. Secondo la FAO (2023), entro il 2050 la disponibilità d’acqua pro capite in Asia Centrale potrebbe diminuire del 25%. In un contesto di economie agricole altamente dipendenti dall’irrigazione, come quelle di Uzbekistan e Turkmenistan, la scarsità idrica rischia di tradursi in crisi alimentari e tensioni sociali interne. Di fronte a tali prospettive, alcuni governi hanno cominciato a militarizzare la gestione delle infrastrutture idriche, considerandole asset strategici da proteggere e controllare.


Ad oggi, la gestione congiunta delle acque in Asia Centrale è affidata fondamentalmente all’International Fund for Saving the Aral Sea (IFAS) e all’Interstate Commission for Water Coordination, istituiti entrambi nel 1997. Tuttavia, l’organismo non dispone di poteri esecutivi né di un quadro giuridico vincolante. Gli accordi bilaterali, spesso di breve durata, vengono disattesi in base alle condizioni climatiche o alle priorità politiche interne. Inoltre, la mancanza di trasparenza sui dati idrologici e l’assenza di meccanismi di arbitrato efficaci alimentano la sfiducia reciproca, trasformando ogni deviazione dei flussi in una potenziale crisi diplomatica. A ciò si aggiunge il ritiro accelerato dei ghiacciai del Tien Shan, ridotti di circa il 30% dal 1960 (UNEP, 2025), che sta diminuendo il volume d’acqua disponibile, accentuando la concorrenza stagionale a monte e a valle. In passato, sono avvenuti degli scontri riguardo il controllo dei corsi d’acqua e di laghi. Il paese più coinvolto è il Kirghizistan, dove ci furono degli scontri nel 2014, e un breve conflitto armato al confine con il Tagikistan nel 2021, che causò centinaia di morti.


La competizione per l’acqua in Asia Centrale illustra in modo paradigmatico come le risorse naturali possano assumere una valenza geopolitica. Sebbene non si possa ancora parlare di guerre idriche in senso stretto, la crescente interdipendenza idrica e l’assenza di governance efficace costituiscono un rischio strutturale per la stabilità regionale. La sicurezza idrica è, a tutti gli effetti, una dimensione della sicurezza nazionale. Le strategie di gestione unilaterale adottate dai paesi centroasiatici potrebbero trasformare il deficit idrico in una fonte di instabilità permanente. Senza un accordo multilaterale vincolante che regoli i flussi minimi, la condivisione dei dati e i meccanismi di compensazione energetica, l’Asia centrale rischia di divenire il primo teatro di un conflitto geopolitico basato sull’acqua nel XXI secolo.




Bibliografia:

https://www.fides.org/it/news/76514-ASIA_I_tentativi_di_preservare_le_risorse_idriche_in_Asia_centrale

https://www.unep.org/news-and-stories/press-release/tajikistans-melting-glaciers-put-water-resources-under-stress-unep

https://openknowledge.fao.org/items/d13d9df0-f402-4a4e-a02b-a758a2b347d2

https://www.unesco.org/reports/wwdr/en/2024

https://www.genevawaterhub.org/sites/default/files/atoms/files/2019.11.27.pb_iwrm_centralasia_eng.pdf

https://www.genevawaterhub.org/sites/default/files/atoms/files/2021.03.16_biblio_whatishydropolitics_en.pdf

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