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La crisi delle sparizioni in Messico: il caso di Teuchitlán e il suo impatto a livello nazionale

DI ALICE DI NORSCIA

31/03/2025

Il 15 marzo, a Città del Messico, si è svolta una manifestazione per onorare le vittime delle sparizioni forzate e aumentare la consapevolezza pubblica sul caso di Teuchitlán, Jalisco, dove sono stati trovati campi legati al Cartello Jalisco Nueva Generación, utilizzati per torture e omicidi. Questo caso ha sollevato preoccupazioni sulla crescente violenza e sulle sparizioni forzate nel paese. Nonostante le autorità abbiano adottato nuove misure legislative, le risposte istituzionali sono ancora troppo lente, mentre le proteste continuano a crescere.

Il 15 marzo, in una riunione nella piazza della Costituzione di Città del Messico, è stato organizzato un incontro per commemorare le vittime delle sparizioni forzate e sensibilizzare l'opinione pubblica sui tragici eventi che hanno colpito Teuchitlán, a 50 km da Guadalajara, Jalisco. Questo caso ha suscitato una vasta indignazione e ha messo in evidenza l'urgente bisogno di affrontare la crisi delle sparizioni in Messico.

Il 5 marzo 2025, il collettivo Guerreros Buscadores de Jalisco ha reso pubblica la scoperta di alcuni campi situati nel ranch Izaguirre, a Teuchitlán, Jalisco. Questi campi, presuntamente utilizzati dal Cartello Jalisco Nueva Generación (CJNG), sono stati descritti come luoghi di addestramento, confinamento, torture, omicidi e distruzione di corpi. La macabra scoperta ha sollevato interrogativi e preoccupazioni non solo per la sua brutalità, ma anche per la sua connessione con l’incontrollabile violenza legata al narcotraffico e alle organizzazioni criminali.

Secondo la giornalista e accademica Alejandra Guillén, il fenomeno delle sparizioni in Messico è alimentato dal reclutamento forzato di giovani, spesso ingannati da false offerte di lavoro sui social media. Questi giovani vengono poi trasferiti in luoghi isolati dove sono costretti a combattere tra loro e addestrati come sicari per il CJNG. Guillén sostiene che Teuchitlán non rappresenta un caso isolato, ma faccia parte di una rete più vasta che coinvolge numerosi altri luoghi simili in Messico, di cui si sa ancora poco.

Nel 2017, un altro caso simile fu scoperto a Tala, nello stato di Jalisco. Questo tipo di schiavitù moderna, in cui le vittime vengono ridotte a strumenti del crimine organizzato, è un fenomeno che sembra diffondersi in tutta la regione, alimentato dal crescente potere e influenza dei cartelli della droga.

Jalisco è diventato il centro di questa tragedia: lo stato è uno dei più colpiti da questo fenomeno, seguito da altre regioni come Tamaulipas, Estado de México, Veracruz e Nuevo León. Nel 2023, il Messico ha registrato un picco di casi, con oltre 10.000 persone scomparse. La mancanza di dati e di un sistema di registrazione centralizzato rende ancora più difficile affrontare il problema, ma le recenti iniziative, come l'unificazione dei registri delle forze di polizia e dei servizi forensi, rappresentano un passo nella giusta direzione.


Le manifestazioni e la crescente indignazione

La scoperta dei campi di sterminio ha scatenato una serie di manifestazioni, tra cui una nella capitale messicana, che hanno visto la partecipazione di centinaia di persone, tra cui familiari delle vittime, attivisti e cittadini. Le scarpe dei "desaparecidos" (dispersi) sono diventate un simbolo delle sparizioni, un gesto di protesta contro l'indifferenza delle autorità e il sentimento comune di impotenza.

Le autorità messicane stanno cercando di rispondere alla crisi delle sparizioni con nuove misure legislative. Tra queste, il rafforzamento della Commissione Nazionale di Ricerca, l'unificazione dei registri e la possibilità di presentare denunce senza attendere le 72 ore, che in passato rappresentavano un ostacolo per molte famiglie. Tuttavia, la risposta istituzionale rimane lenta, e molti ritengono che sia necessario un cambiamento radicale nel modo in cui vengono trattati i crimini legati alla sparizione di persone.

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