Dalla città alla campagna: verso una rinascita rurale in Cina?
DI IRENE CORTESI
03/03/2024
Nonostante il massiccio piano di urbanizzazione portato avanti da Xi Jinping, nella Cina di oggi sta prendendo forma un fenomeno “rivoluzionario”, promotore di una narrativa di cambiamento e rinascita. Un numero crescente di cittadini cinesi, stanchi dei ritmi frenetici delle metropoli, sta abbandonando le vie trafficate delle megalopoli per cercare la tranquillità della vita rurale. Questo fenomeno di "migrazione inversa," si contrappone alla massiccia urbanizzazione degli anni '80 , quando grazie alla liberalizzazione del sistema degli 户口 hukou e alle riforme di Deng Xiaoping, milioni di cinesi si spostarono dalle campagne alle città, in cerca di un futuro migliore, rivelando un desiderio collettivo di sfuggire ai ritmi di lavoro sfinenti e al peso della competizione, per abbracciare uno stile di vita più semplice e significativo.
"Dalifornia" è un affettuoso soprannome attribuito a 大理市Dali City, città situata nella provincia cinese dello Yunnan (nel sud-ovest della Cina), diventata uno degli epicentri di questo movimento migratorio. È proprio qui, che un afflusso crescente di giovani, scrittori, dissidenti politici e professionisti del settore tecnologico trova rifugio dalla pressione urbana delle grandi città e dalla frenesia della modernità.
La motivazione di questo spostamento va oltre la mera ricerca di tranquillità. È la risposta collettiva a un'eccessiva competizione, ritmi di lavoro sfinenti e un senso di disillusione rispetto alla corsa sfrenata verso il successo materiale che ha caratterizzato la crescita economica cinese. Nonostante il boom economico abbia portato a indiscutibili miglioramenti nella qualità della vita, emergono domande critiche sulla sostenibilità di uno sviluppo accelerato a scapito del benessere individuale.
Questo crescente "malaise existentiel" trova espressione nel fenomeno del 躺平Tangping, ovvero dello “sdraiarsi”: una forma di resistenza al sistema lavorativo intenso. I giovani cinesi, esausti dalla cultura del lavoro apparentemente poco gratificante, ribaltano le aspettative sociali sdraiandosi. È un atto di ribellione contro una società che richiede prestazioni sempre più estreme, in favore del benessere personale, dell'equilibrio tra vita e lavoro e della salute mentale.
Un altro leitmotiv di questa migrazione inversa è il "ritorno agli antichi modi" o 复古 fugu. Questo richiama un desiderio di ritorno alle radici, alla tradizione, e a uno stile di vita armonico con la natura. La ricerca di uno spazio in cui la spiritualità e la connessione con il passato possano essere valorizzate si configura come l’elemento chiave di questo movimento.
Nonostante la rapida industrializzazione degli anni '80 abbia portato a una prosperità senza precedenti, è stata proprio quest’urbanizzazione sfrenata ad aver innescato un malessere urbano post-industriale. L'analisi del tasso di crescita della popolazione urbana cinese degli ultimi decenni riflette per l’appunto una decrescita significativa. Se negli anni '80 il tasso annuale di crescita della popolazione urbana era superiore al 5%, nel 2022 era pari all’ 1,6%. Il capovolgimento dei trend di urbanizzazione è allo stesso tempo sintomo di un cambio di prospettiva valoriale all’interno della società cinese.
Questo fenomeno complesso sfida non solo i valori sociali dominanti ma rappresenta anche l'aspirazione di una generazione in cerca di uno spazio di libertà. La domanda che occorre porsi è se 大理市Dali City e altri possibili spazi di evasione, rappresentino un santuario tangibile per la generazione dei 躺平Tangpingo piuttosto un'utopia irrealizzabile. Nonostante le sfide e le domande in sospeso, questo movimento di migrazione inversa continua a suggerire una ricerca di significato e libertà all'interno di un Paese in continua evoluzione.
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