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Occhi aperti su Haiti

DI GIULIA RITA BONACCORSI

31/03/2024

Di Haiti non si parlava così tanto sui media occidentali dal 2010, quando un terremoto di magnitudo 7 sulla scala Richter stravolse il Paese aumentando la vulnerabilità della sua Amministrazione. Oggi quel terremoto è fortemente politico: l’escalation di violenze tra le forze dell’ordine e le bande criminali negli ultimi mesi è stata provocata dall’assassinio nel 2021 del Presidente Jovenel Moïse e dalla decisione del suo successore, Ariel Henry, di rompere la promessa di nuove elezioni.

Un occhio al passato

Indipendente nel 1804 dal dominio francese, Haiti è una repubblica che sin dalla sua proclamazione è teatro di guerre civili spinte da questioni etniche e sociali. L’instabilità politica perdurò per tutta la storia del Paese con innumerevoli tentativi di colpi di Stato militari e del susseguirsi delle dittature repressive di François e Jean Claude Duvalier, soprannominati “Papa Doc” e “Baby Doc” rispettivamente. Solo nel 1990 si tennero le prime elezioni libere vinte da Jean-Bertrand Aristide.


Haiti occupa ormai da tempo la decima posizione al mondo per fragilità e  fallimento dello Stato secondo un report della ONG americana Fund For Peace (2023), dal momento in cui l’autorità legittima al governo non detiene il controllo stabile della sicurezza del suo territorio ed è inabile nell'offrire servizi pubblici autonomamente. Per sovvertire la precaria democrazia haitiana, a seguito dell’esilio di Aristide nel 2004, il Consiglio di Sicurezza tramite la Risoluzione 1592 ha stabilito una missione di peacekeeping -  MINUSTAH - per promuovere la stabilità nel Paese tramite il rafforzamento dei canali istituzionali dello Stato e le sue strutture di rule of law, mandato concluso nel  2017. L’operazione dell’ONU è stata definita come abbastanza controversa da autori come Carla King e Greg Ferraro poiché, nonostante fosse riuscita a diminuire la minaccia di uso della violenza sulla popolazione da parte delle gang, avesse portato crescita economica e a nuove elezioni, parte del personale delle Nazioni Unite è stato accusato di aver partecipato ad abusi sessuali e traffico di esseri umani, minando fatalmente la reputazione della MINUSTAH sugli haitiani, che per questo continuano a chiedere riparazioni ufficiali.


Un occhio al presente

Nel 2021 è emerso nello scenario politico haitiano la figura di Jimmy “Barbecue” Cherizier, ex poliziotto a capo della “famiglia” formata da organizzazioni criminali locali coalizzate, il G9 an fanmi, le quali detengono il controllo sulla capitale, Port-au-Prince. Sebbene l’accusa di essere responsabile di svariati massacri con centinaia di morti, la popolarità di “Barbecue” sale tra chi lo teme e chi supporta la sua idea di rivoluzione necessaria a stabilire ordine nel piccolo Paese. La figura più terrorizzante del Paese che minacciava da tempo di avanzare una guerra civile per sovvertire la posizione ricoperta da Ariel Henry, ora è a capo dei principali assalti che avvengono nella capitale per cercare di colmare il vuoto di potere dell’esecutivo.


Infatti, subentrato a capo dell’esecutivo e dello Stato ad interim nel 2021, Henry ha ceduto alla pressione del suo oppositore e si è dimesso formalmente l’11 marzo di quest’anno (2024) lasciando che si aggravassero gli attacchi delle bande criminali nelle principali prigioni e sedi governative di Port-au-Prince, che le proteste avanzassero e che le ambasciate venissero evacuate. Nella settimana precedente Henry aveva provato a siglare un accordo per la sicurezza del Paese sollecitato tramite la risoluzione 2699 dell’ONU per l’invio di più di 1000 agenti delle forze armate del Kenya, intensificando le rivolte antigovernative che impedirono l’arrivo del Presidente nella capitale e lo costrinsero a trattenersi sull’isola di Puerto Rico.


Gli occhi ‘esteri’

Successivamente alla rinuncia di Henry richiesta anche dagli Stati Uniti e dalla Comunità dei Caraibi (CARICOM), quest’ultima in rappresentanza dei suoi 14 Paesi membri, ha proposto un governo transitorio il quale incarnerebbe il nuovo nemico di Cherizier. Mentre l’Alleanza Bolivariana per le Americhe (ALBA), come da consuetudine, si contrappone al intervenzionismo collettivo per giungere alla stabilità politica e sociale.


Come era prevedibile però, lo Stato più in allerta per la situazione ad Haiti è l’altra parte dell’isola di Hispaniola,  la Repubblica Dominicana, attiva nella costruzione di un muro al confine tra i due Stati per ostacolare il flusso di migranti haitiani e impedire che la crisi si espanda sul suo territorio. Questa posizione sembra avere un immenso supporto omogeneo nella politica dominicana che già da tempo espelle migliaia di haitiani ogni anno motivati anche solo dalla diversità culturale ed economica di entrambi.


Un occhio sul futuro

Con all’incirca più dell’80% di Port-au-Prince sotto il controllo di ‘Barbecue’ e le sua gang attualmente, una crisi umanitaria aggravata da un sistema sanitario precario e l’apprensione per una possibile nuova epidemia di colera dopo le notizie di un  primo focolaio ad ottobre 2022, lo stato di emergenza ad Haiti sembra non aver una data di scadenza.





Fonti:

Carla King, Greg Ferraro, Sandra C. Wisner, Stéphanie Etienne, Sabine Lee & Susan A. Bartels (2021) ‘MINUSTAH is doing positive things just as they do negative things’: nuanced perceptions of a UN peacekeeping operation amidst peacekeeper-perpetrated sexual exploitation and abuse in Haiti, Conflict, Security & Development, 21:6, 749-779, DOI: 10.1080/14678802.2021.1997453

Il Post (2024) La Repubblica Dominicana vorrebbe stare più lontano possibile da Haiti [online] Available at:https://www.ilpost.it/2024/03/27/repubblica-dominicana-haiti-muro-confine/

InSight Crime (2023) Jimmy Chérizier, alias ‘Barbecue’ [online] Available at: https://insightcrime.org/haiti-organized-crime-news/jimmy-cherizier-alias-barbecue/

Sam Woolston (2024) Prime Minister’s Resignation Tips Haiti Into Uncharted Territory [online] Available at: https://insightcrime.org/news/prime-minister-resigns-haiti-unchartered-territory/

ISPI Online Publications (2024). Haiti: la crisi nella crisi. ISPI. [online] Available at: https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/haiti-la-crisi-nella-crisi-166131

Manetto Francesco (2024) Espanto en Haiti. El país [online] Available at: https://elpais.com/opinion/2024-03-18/espanto-en-haiti.html

Reuters (2021). Haiti’s history of violence and disasters. Reuters. [online] 14 Aug. Available at: https://www.reuters.com/world/americas/haitis-history-violence-rebellion-2021-07-23/

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