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Come cambiano le sorti dell’Argentina col governo Milei?

DI GIANMARCO VILLANI

07/01/2024

Il nuovo presidente argentino sta facendo molto parlare di sé. I moderati lo guardano con sospetto, l’ultradestra mondiale lo prende come esempio, i sindacati lo intralciano, i media latinoamericani non parlano che di lui. Cosa ci si può aspettare dal nuovo governo argentino?

Il 10 dicembre 2023, i risultati delle elezioni presidenziali in Argentina hanno dato vincitore Javier Milei, candidato della coalizione di ultradestra La Libertà Avanza (La Libertad Avanza, LLA). Prima di entrare in politica, Milei è stato un economista di stampo liberale, autoproclamato “anarco-capitalista” della scuola austriaca, sostenitore di un intervento minimale o assente dello Stato nell’economia. Durante la sua carriera da economista è stato presidente di HSBC Argentina, ha ricoperto il ruolo di consigliere economico del Gen. Antonio Domingo Bussi nella sua causa per i crimini contro l’umanità commessi sotto la dittatura in Argentina, ed è tutt’ora membro della Camera di Commercio Internazionale. A partire dal 2014, Javier Milei comincia ad essere intervistato ed invitato come ospite nelle emittenti radio e tv argentine, fino a diventare nel 2019 una delle persone più influenti del paese secondo la rivista Noticias.


Nel corso degli anni, il neopresidente argentino ha incendiato l’opinione pubblica, alimentando la sua popolarità con dichiarazioni sempre più controverse, sia sulla politica che sulla sua vita privata. Milei ha attratto l’attenzione del pubblico anche per via delle sue metafore controverse. Ad esempio, come spiega Diario con Vos, per comprendere il carattere predatorio dello Stato e la natura fraudolenta del concetto di tassa, in un’intervista del 2018 ha paragonato lo Stato ad un pedofilo in un asilo e i cittadini a bambini vittime di violenza, scendendo nei dettagli per rendere il paragone più nitido possibile. Un altro tormentone delle sue interviste è Conan, il suo primo cane morto nel 2017, con il quale il presidente afferma di parlare regolarmente grazie all’aiuto della sorella medium, e che ora “siede alla destra di Dio”, col quale pure parla grazie alla mediazione dello spirito di Conan. La sua fissazione per il suo primo animale domestico ha portato Milei a consultare vari veterinari, genetisti e “consiglieri spirituali” per capire come clonarlo e riaverlo in vita. Dopo essere riuscito nella clonazione, ha promesso che avrebbe ristrutturato radicalmente il Consiglio Nazionale per la Ricerca Scientifica e Tecnica (CONICET) e che avrebbe nominato come presidente Daniel Salamone, uno dei genetisti esperti di clonazione consultati da Milei per riavere indietro Conan. Salamone è diventato presidente del CONICET poco dopo la vittoria delle elezioni da parte del presidente argentino.


Milei inizia la sua ascesa nel mondo politico nel 2020. Raccoglie un seguito consistente opponendosi alle misure anti-Covid, e la sua popolarità lo porta a fondare, nel ’21, la coalizione LLA all’interno del Partito Libertario. Si candida alle primarie per le elezioni provinciali di Buenos Aires del 2021 e porta avanti una campagna elettorale agguerrita, che porta le testate argentine ad analizzare le similitudini e, soprattutto, le differenze con altri personaggi politici del Nord e Sudamerica come Donald Tramp e Jair Bolsonaro. Se normalmente l’ultradestra considera lo Stato come lo strumento per realizzare la Nazione e per cementificare l’identità del suo popolo, Milei parla dello Stato come un “covo di ladri” e descrive le tasse come un furto. Il suo programma economico prevede la rinuncia alla valuta nazionale corrente, il Peso argentino, a favore dell’adozione del dollaro statunitense, e l’abolizione della Banca Centrale, organo responsabile della fissazione del tasso d’interesse nazionale e delle altre misure di politica monetaria. I risultati delle primarie di Buenos Aires lo hanno premiato con il terzo posto, sorprendendo elettori e analisti politici. Dopo questa vittoria, Milei inizia il suo percorso verso la Presidenza dell’Argentina.


              «Prima, essere ribelli era di sinistra; ora, lo status quo è di sinistra. Per questo i giovani, che sono ribelli, abbracciano il contrario delle idee di sinistra.» - Javier Milei [El País Brasil]


Il suo liberismo radicale ha risvolti politici e sociali talvolta estremi. Quando, nel 2022, gli è stato chiesto durante un programma radiofonico se fosse a favore della vendita di bambini, ha evitato di rispondere quanto più possibile. Solo dopo essere stato incalzato dai conduttori ha risposto “dipende”. Al contrario, come riportato da América TV, difende con più convinzione la vendita di organi, la liberalizzazione delle armi e delle droghe, mentre si oppone fermamente all’aborto e nega l’esistenza del riscaldamento globale.


Per comprendere fino a che punto il neopresidente può mettere in pratica il suo programma politico ora che ha vinto le elezioni presidenziali, occorre comprendere il ruolo e i poteri del Presidente della Repubblica argentino. L’articolo 99 della Costituzione Argentina vieta tassativamente al Governo di emanare disposizioni legislative, fatti salvi i casi in cui “circostanze eccezionali rendano impossibile seguire le procedure ordinarie previste dalla costituzione”. Nella prassi, il Presidente può promuovere leggi attraverso decreti di necessità e urgenza, soggetti al controllo del Parlamento a posteriori, e dispone del potere di veto sulle leggi approvate con l’iter parlamentare ordinario. Può inoltre intervenire nell’amministrazione provinciale, prendendo il controllo dei poteri esecutivi e legislativi delle singole provincie e della Città di Buenos Aires. Il Presidente nomina i membri della Corte Suprema, gli Ambasciatori, il Procuratore Generale e il presidente della Banca Centrale, la cui abolizione è uno dei suoi principali punti programmatici. La figura del Presidente argentino è quindi molto potente, poiché rappresenta uno dei pochi casi al mondo di parlamentarismo in cui il capo dell’Esecutivo è anche titolare di ampie funzioni legislative. Sulle limitazioni dei poteri legislativi del Presidente arbitra la Corte Suprema, a nomina presidenziale.


Dall’inizio del mandato, Milei ha cominciato immediatamente a mettere in atto il suo programma elettorale. Le politiche di liberalizzazione economica messe in atto finora dal Governo hanno portato ad un aumento dei prezzi del carburante del 27% nel periodo dal 3 al 5 gennaio 2024. Si stima che l’inflazione per quest’anno arriverà al 200% per via delle politiche economiche e monetarie della giunta Milei. Nel frattempo, un’altra delle misure più attese dal Presidente, la cosiddetta “legge motosega” con cui l’esecutivo ha profondamente riformato e liberalizzato il mercato e il mondo del lavoro, è stata sospesa dalla Corte Suprema su richiesta di uno dei sindacati più importanti del Paese. Il Fondo Monetario Internazionale ha inviato dei funzionari a Buenos Aires per rinegoziare i termini di un prestito di aggiustamento strutturale firmato nel 2022 per contenere il debito pubblico accumulato dall’Argentina, che vuole chiedere una deroga al pagamento delle rate del prestito accordato dal Fondo. Il programma ultra-libertario di Milei sta quindi registrando alcune battute di arresto, destando le preoccupazioni delle istituzioni finanziarie internazionali e, soprattutto, dei cittadini, che si sono riuniti per protestare ogni volta che il Governo ha passato una misura rilevante per la vita politica del Paese.



Picture credits:

🅭 CC BY-SA 4.0 – from Senado de la Nación Argentina, retrieved by Wikimedia

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