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La Transnistria, tra la Russia e nuovi dazi commerciali

DI GIORGIA DEGLI ESPOSTI VENTURI

23/02/2024

Mentre l’offensiva Russa in Ucraina continua senza sosta, la regione secessionista della Transnistria si avvicina in modo sempre più dichiarato al governo di Mosca, fino a richiederne lo scorso febbraio un intervento militare. L'introduzione di nuovi dazi commerciali rischia così di portare ad un’escalation regionale.

In Moldavia c’è una regione che da anni si è auto-proclamata indipendente, che ospita oltre 220 mila cittadini russi ed è occupata da truppe del Cremlino: la Transnistria.


La Repubblica Moldava della Transnistria (o Repubblica Moldava di Pridniestrov), ufficialmente parte della Moldavia, è un territorio situato nel nord-est del paese al confine con l’Ucraina, che dal 1990 si è autoproclamata repubblica indipendente, tramite referendum. Si governa de facto in modo autonomo, sebbene priva di alcun riconoscimento internazionale da parte dei paesi ONU. Nel 1992 sono però scoppiati i primi scontri tra la regione separatista e la Moldavia, quando quest’ultima ha dichiarato l’indipendenza dall’URSS comprendendo nei suoi confini anche la Transnistria. Con la sconfitta militare della Moldavia, avvenuta grazie ad un massiccio intervento russo, alcuni mesi dopo si è giunti ad una tregua, a partire dalla quale si sono insediati nel paese contingenti militari di peacekeeping russi, moldavi e transnistriani. Si è così sancita la separazione de facto tra i due territori. Nel 2006 si è tenuto un referendum per l’adesione della Transnistria alla Russia, che ha incontrato il parere positivo del 95% della popolazione, ma il cui risultato non è stato riconosciuto a livello internazionale. Allo stesso tempo, nel 2014, è stata la Russia stessa a rifiutare le istanze di annessione presentate dalla regione, nello stesso periodo in cui la Crimea veniva invece annessa.


La regione è tornata a far parlare di sé nella comunità internazionale nel 2022 con lo scoppio del conflitto in Ucraina, per la sua posizione strategica e i suoi delicati equilibri politici. Ad inizio anno i riflettori si sono però accesi nuovamente, quando il 1° gennaio 2024 la Moldavia ha imposto nuovi e più severi dazi doganali in import ed export alla regione, scatenando forti reazioni interne. Secondo il governo transnistriano, con sede nella capitale Tiraspol, le nuove tariffe rischierebbero di danneggiare gravemente la popolazione locale, e rappresentano uno strumento di pressione, un esercizio di soft power che punterebbe alla destabilizzazione del territorio tramite una progressiva oppressione economica.

L’economia locale è in gran parte in mano alla Russia, soprattutto tramite il gruppo russo Scheriff, che controlla quasi interamente il settore energetico, creando una dipendenza fortissima dal Cremlino, seppur in calo dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. Oltre il 70% dell’export transnistriano interessa invece l’Unione Europea, con la quale sono stati stipulati solidi accordi commerciali (Deep and Comprehensive Free Trade Area). I rapporti commerciali con la Moldavia si sono invece inevitabilmente intensificati a partire dall’invasione dell’Ucraina, che ha portato alla chiusura del confine transnistriano, poiché considerato una potenziale minaccia per la sicurezza di Kiev: da quel momento tutte le merci che fino ad allora attraversavano il confine Ucraina-Transnistria sono state dirottate verso un passaggio obbligato attraverso il territorio della Moldavia. Se quindi fino al 2023 la Transnistria era esente dal pagare qualsiasi dazio per merci sia in entrata che in uscita dal paese, è già a partire da agosto 2023 che assistiamo ad un primo irrigidimento commerciale, con l’introduzione di una piccola tassa doganale e, nei mesi successivi, alla riduzione di alcune agevolazioni fiscali per le società della regione. Queste decisioni, che culminano con i dazi imposti ad inizio 2024, si inseriscono in un quadro di progressiva indipendenza energetica della Moldavia dal gas russo e riflettono un maggiore controllo moldavo su Tiraspol. Il commercio della regione è infatti attualmente in mano moldava.


Ed ecco che di fronte ai nuovi dazi il governo della Transnistria ha richiesto un intervento militare russo, tramite una risoluzione approvata dal parlamento locale. Il sostegno russo sarebbe volto a contrastare le pressioni messe in atto dalla Moldavia su un territorio che ricordiamo essere già occupato da oltre 1.000 truppe russe (formalmente con funzione di peacekeeping) e comprendente oltre 220 mila cittadini russi. Krasnoselskij, presidente della repubblica autoproclamata, ha parlato di un “path of escalation” e Putin si è dimostrato assertivo, ribadendo l’importanza di difendere i “compatrioti della Transnistria”. Ad oggi non sono state portate avanti da Mosca azioni concrete di alcuna natura, ma un importante precedente porta ad alzare il livello di allarme: nel 2023 il governo Russo ha revocato un decreto risalente al 2012, in cui riconosceva la necessità di preservare e rispettare la sovranità e l’integrità territoriale della Moldavia, aprendo così le porte ad un nuovo potenziale scontro regionale, e il confronto con quanto è accaduto (e sta accadendo) in Donbass è inevitabile.

Il governo moldavo, dal lato suo, accusa il Cremlino di voler minare i suoi equilibri interni secondo il principio del dividi et impera, alimentando un’escalation regionale evitabile. Tutto questo accade alla vigilia di un possibile ingresso del paese in Unione Europea. Dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, l’UE ha infatti ricevuto domanda di adesione non solo da parte dell’Ucraina stessa, ma anche da Georgia e Moldavia; quest’ultima ha ricevuto lo stesso anno lo status di paese candidato all’adesione.


Questa dinamica sembra iscriversi perfettamente nel tentativo russo di preservare una sua sfera di influenza dell’Europa orientale, mantenendo il più possibile saldo il suo cuscinetto di protezione per evitare una ulteriore avanzata europea. La recente escalation rappresenta però un picco di ostilità senza precedenti dalla fine della guerra del 1992 e rischia di portare ad un coinvolgimento della regione nel conflitto limitrofo, in una rischiosa reazione a catena.


Sources:

https://www.internazionale.it/magazine/2024/03/07/la-transnistria-guarda-a-mosca

https://www.geopop.it/transnistria-cose-dove-si-trova-importanza-strategica-russia-putin/

https://www.osw.waw.pl/

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