Ambientalismo: Come l’attivismo ambientalista è percepito dall’opinione pubblica
DI MARIANNA BADIALI
19/12/2020
Quando si parla di crisi ambientale e di movimento ambientalista, uno dei punti principali è quello di agire il più in fretta possibile in modo da prevenire il danno irreversibile che potrebbe svilupparsi nell’immediato futuro.
È sicuramente successo a tutti di appassionarsi così tanto ad un argomento da sentire la necessità di discuterne con qualcuno ed è altrettanto probabile che le diverse persone con cui ci si confronta non condividano sempre lo stesso punto di vista; quindi si finisce col litigare per il semplice motivo di avere idee così differenti da non poter essere conciliate. Ma è davvero così produttivo cercare di convincere qualcuno a cambiare idea tramite un’accesa discussione? La soluzione migliore potrebbe essere, invece, quella di rimanere controllati in modo da riuscire a far comprendere meglio il proprio punto di vista, senza che l’altro si senta minacciato. Allora perché spesso le persone si arrabbiano così tanto parlando di quello che hanno a cuore, a volte diventando irragionevoli? È possibile che si ritenga di essere più informati dell’altro o che ci si senta profondamente legati all’argomento trattato. Ma un altro motivo, soprattutto quando ci si riferisce ad argomenti più delicati, può essere quello di avere la consapevolezza che ogni momento sprecato faccia la differenza e che agire il più in fretta possibile sia la chiave per ottenere risultati concreti. A questo ultimo punto si legano le argomentazioni relative alla crisi ambientale.
Quando si parla di crisi ambientale e di movimento ambientalista, uno dei punti principali è quello di agire il più in fretta possibile in modo da prevenire il danno irreversibile che potrebbe svilupparsi nell’immediato futuro. In ogni caso, però, l’arroganza o la supponenza non sono la soluzione al problema. Sono proprio questi atteggiamenti che hanno portato la comunità ambientalista ad essere vista come presuntuosa, irrispettosa e troppo esigente. Bisogna infatti ricordare che la comunicazione è un’arma a doppio taglio che può risultare estremamente efficace quanto completamente dannosa. I comportamenti più dannosi in questo ambito possono essere: parlare senza agire, puntare ad azioni troppo grandi da ottenere e, addirittura, confidare nel senso di colpa per ottenere dei risultati.
Il movimento ambientalista tende a mantenere gli standard da raggiungere molto alti, in modo da rendere il concetto di sostenibilità più interessate agli occhi delle persone esterne alla comunità. Quello che stanno facendo, in realtà, è solo creare curiosità riguardo all’argomento senza realmente incoraggiare le persone ad agire o a non arrendersi al primo fallimento. Il fallimento, infatti, spesso, non è visto di buon occhio e questo spinge ad arrendersi quando non si riesce a stare al passo con lo stile di vita perfetto che viene proposto.
Questo è anche il motivo per cui molti tendono a spronare gli altri ad ottenere uno stile di vita perfettamente sostenibile quando, nella vita quotidiana, loro non fanno lo stesso. Sarebbe invece opportuno che mostrassero concretamente piccole azioni da poter applicare nella vita di tutti i giorni. Insomma, è senza dubbio importante spiegare le proprie idee in modo calmo e razionale qualora fosse richiesto, ma per la maggior parte del tempo è più importante vivere la propria vita rispettando i comportamenti che si vorrebbero vedere nel mondo: essere di esempio con le proprie azioni. Solo in questo modo, vedendo una persona avere successo, gli altri potranno prendere spunto facendo propri i piccoli consigli che ricevono.
A questo punto, è necessario concentrarsi su alcune conseguenze negative che questi comportamenti possono portare, per meglio capire il vero impatto che le azioni hanno sul modo di pensare e agire.
La prima da considerare riguarda il senso di comunità. Se si adotta un certo stile di vita è infatti quasi scontato entrare a far parte della comunità di persone che vivono nella stessa maniera, solitamente allo scopo di essere incoraggiati e supportati lungo il percorso. Quello che invece sta succedendo nel campo dell’ambientalismo è piuttosto il contrario. Infatti, molti abbandonano la comunità sentendosi, di fatto, colpiti personalmente, giudicati in quanto impossibilitati a compiere tutti i passi ritenuti necessari per vivere in modo più sostenibile, o non rispecchiandosi più nei valori degli esponenti principali. Importante però ricordare che anche un piccolo passo può fare la differenza se paragonato alla possibilità di non agire in nessun modo. Un esempio si può trovare nella controversia riguardo all’acquisto di indumenti di seconda mano in pelle: molti, assillati da questo argomento, si sono trovati costretti a lasciare la comunità pur continuando a vivere uno stile di vita sostenibile. In questo modo, le persone verranno isolate, mentre la forza di un movimento risiede nell’unità della propria comunità.
La seconda conseguenza che va analizzata è la possibilità di risultare offensivi se non si considerano le differenti condizioni e possibilità delle persone. Vivere uno stile di vita sostenibile è spesso costoso e impossibile per molte persone. Addirittura, il luogo geografico in cui si vive può influenzare lo stile di vita: basti pensare che in Italia spesso le scarse informazioni sulle aziende sostenibili rendono difficile capire quali scelte siano le migliori, oppure che in Canada il costo di frutta e verdura può raggiungere soglie proibitive. È inoltre importante ricordare che spesso chi parla di sostenibilità proviene dallo stesso piccolo numero di nazioni e da un contesto solitamente privilegiato. Come si può perciò intuire, tempo, denaro e posizione geografica possono condizionare chi vuole vivere in modo più sostenibile.
Un altro problema riguarda poi le disabilità, anch’esse in grado di influenzare lo stile di vita. Molte persone, affette da disabilità, vorrebbero infatti vivere in modo più sostenibile ma vengono costantemente demotivate da commenti di chi potrebbe anche non sapere delle loro condizioni mediche. Non tutte le disabilità sono visibili ed è importante non giudicare una persona dalle apparenze, potrebbe sembrare un cliché ma in questo caso è più che vero. Un fenomeno dannoso è, per esempio, quello di associare eccessivamente l’inquinamento alle cannucce di plastica perché molte persone ne hanno necessità per far fronte alle proprie disabilità.
Il terzo e ultimo fenomeno che va sottolineato è quello di ricercare uno stile di vita perfetto.
Certo, proporre degli standard alti è attraente, ma è comunque necessario rimanere coi piedi per terra. Chi vuole imbarcarsi in questo cambiamento ha bisogno di consigli concreti e non semplicemente di vedere uno stile di vita che sembra recitato apposta per affascinare. È importante mostrare che la strada più duratura consiste nel fare piccoli passi alla volta, magari rimanendo umani e facendo errori, piuttosto che sentirsi stremati per aver cambiato tutto da un giorno all’altro.
Per fare un esempio concreto, si può osservare un movimento che sta ottenendo popolarità sui social media: principalmente YouTube e Instagram.
Si tratta della comunità “Zero Waste”. Queste due parole significano “zero sprechi” e come si può notare demarcano una corsa alla perfezione determinata dalla mancanza totale di rifiuti. Questa comunità è infatti stata spesso criticata per i messaggi sbagliati che trasmette.
Uno di questi, per esempio, è costituito dal “barattolo dei rifiuti”, ovvero l’idea secondo cui con il massimo impegno l’intera quantità di rifiuti prodotti in un anno possa essere contenuta in un piccolo barattolo. Tuttavia, gli stessi che incoraggiavano a compiere questo passo sono stati scoperti più volte a lasciare fuori dal barattolo grandi quantità di rifiuti inventando improbabili scuse. Una soluzione migliore sarebbe invece stare semplicemente attenti ai rifiuti che si producono riducendoli al massimo, ognuno con le proprie capacità.
Poi ci sono i cosiddetti “swaps”, ovvero oggetti più sostenibili e talvolta più estetici che dovrebbero sostituire i prodotti già presenti in casa. È in questo caso necessario ricordare che, sebbene più ecologici, tutti gli oggetti creano inquinamento e gli oggetti più sostenibili sono sempre quelli che possediamo già, perché sono già stati fabbricati e solo un uso prolungato ne giustificherebbe l’inquinamento prodotto. Infatti, l’opzione più raccomandabile è sempre quella di sostituire gli oggetti solo dopo che questi si siano rotti e cercare, prima di comprare i prodotti più estetici, di trovare alternative per riutilizzare e riciclare quelli vecchi. Per esempio, anziché comprare bei contenitori di vetro per la propria dispensa basterebbe riusare i barattoli della salsa di pomodoro. Certo è molto meno estetico, ma è decisamente più ecologico e meno costoso.
Non ci sono però solo note negative, infatti, molti se ne stanno rendendo conto e iniziano a condividere il loro percorso sostenibile in maniera più genuina e meno idealizzata e ci sono addirittura alcune persone con disabilità che condividono la loro esperienza normalizzandola.
Perciò, per concludere, come dice una bellissima frase di Shelbi, la creatrice del canale YouTube sulla sostenibilità Shelbizleee: “Non potete fare tutto quello di cui il mondo ha bisogno ma il mondo ha bisogno di tutto quello che potete fare”.